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martedì 8 gennaio 2013

Vilcabamba

Articolo liberamente tradotto da  Vilcabamba: the town of very old people


Vilcabamba ("valle sacra" in lingua inca) è un piccolo villaggio situato in una valle elevata dell'Ecuador meridionale (precisamente nella provincia di Loja), etremamente inaccessibile e perciò protetta da molte influenze esterne deleterie moderne come per es. importazioni di cibi in scatola, additivi e conservanti. L'interesse nutrito per questa longeva e sana popolazione andina da parte degli studiosi risale a quasi 50 anni or sono. Anche tra gli individui più anziani le malattie croniche riscontrate sono pressocché nulle. Per i vilcabamba così come per gli Hunza del Pakistan settentrionale lo stato di salute permane fino a tarda età. Le ricerche scientifiche fatte a tale proposito giustificano tutto ciò adducendo come causa la magrezza, la dieta, il basso tasso di colesterolo, l'alto livello di attività. Infatti, la loro dieta, è come per tutte le popolazioni longeve, di tipo vegetariano e soprattutto di produzione locale. I prodotti di originale animale sono raramente consumati. Similmente agli Hunza i vilcabamba sono estremamente attivi e resistenti al lavoro.

Storia della loro fama

  Nel 1970, un gruppo di scienziati, tra cui i medici Alexander Leaf della Harvard Medical School, Harold Elrick dell'Università californiana di San Diego e altri dell'Università di Quito, interessati al legame che collega il tipo di dieta alla possibilità di contrarre malattie cardiache, visitarono Vilcabamba. Nella popolazione di questo paesino, nota per la sua incredibile longevità, in maggior parte di discendenza europea, venne riscontrato un basso tasso di colesterolo e in solo pochissimi individui patologie cardiache. Molti di loro dichiaravano di superare i cento anni tra cui alcuni addirittura i 140. L'età dichiarata sembra apparentemente avvalorata da certificati di nascita e registri parrocchiali battesimali. L'anno seguente nella provincia di Loja venne effettuato un censimento della popolazione che confermava l'insolita longevità dei vilcabamba. Su un totale di 819 abitanti, il paesino vantava 7 uomini e 2 donne che oltrepassavano i 100 anni di età. Uno di questi, Miguel Carpio, asseriva di averne 123. Un altro, Jose David, ne dichiarava 142. Dal censimento risulta evidente che nella popolazione di Vilcabamba vi è un elevato numero di individui anziani. 11.4% superano i 60 anni, una percentuale più del doppio del resto dell'Ecuador. Sbalorditivamente i censimenti successivi condotti vi trovarono molti centenari in più (complessivamente 23 per la precisione).

A questi censimenti e resoconti statistico-scientifici sulla salute e longevità dei vilcabamaba, seguirono numerosi articoli e pubblicazioni, scientifiche e no, che ratificavano e propagandavano questa loro vita in armonia con la natura, lontano dal logorio della vita moderna. La fama a livello mondiale di questa popolazione ecuadoregna fu certamente  dovuta negli anni '70 proprio a questa vasta informazione e pubblicazione cartacea. Nel 1975, il gerontologo David Davies pubblica "I centenari delle Ande" (The Centenarians of the Andes). Nel 1976 Grace Halsell per anni a contatto con i vilcabamba dà alla stampa "Los Viejos: Secrets of Long Life from the Sacred Valley", in cui racconta tra l'altro che tra i vilcabamba, cosa degna di nota, non ha mai visto casi di fratture alle gambe e/o alle braccia. L'anzidetta produzione editoriale di questi anni diede l'avvio a un notevole flusso turistico. L'interesse straniero venne anche favorito dal governo ecuadoregno, facendo avviare in tal modo in quest'area uno sviluppo senza precedenti. Un gruppo di studiosi giapponesi annunciarono la costruzione in loco di un "centro di ricerche per la salute e la longevità".

   Anche se la fama dei vilcabamba andava crescendo, alcuni scienziati, scettici riguardo a quanto concerne la loro longevità, arrivarono a conclusioni piuttosto interessanti da smentire le precedenti affermazioni. In particolare, Alexander Leaf, ricercatore della Harvard Medical School, uno dei primi a condurre ricerche a Vilcabamba nutriva dei forti dubbi a tale proposito. I suoi sospetti iniziarono a sorgere allorché gli parve chiaro che i suoi abitanti erano inaffidabili nel riferire la loro età. Per esempio, nel 1971 un uomo gli aveva riferito un'età di 122 e tre anni dopo, al suo ritorno nel medesimo luogo, la stessa persona ne dichiarava 134. [Avrà viaggiato con la macchina del tempo che come si sa comporta queste incongruenze al ritorno]. Folgorato da questa scoperta Leaf persuase Richard Mazess della University of Wisconsin Madison e Sylvia Forman della University of California Berkeley ad aiutarlo a scoprire in modo molto più accurato l'età della popolazione più anziana dei vilcabamba.

   Ciò diede loro uno scossone. In realtà, nemmeno un centenario vi era fra i vilcabamba. La persona più vecchia aveva 96 anni e l'età media di coloro che si professavano al di sopra dei cent'anni in effetti era di 86 anni. I tre ricercatori presentarono questi loro risultati il 27 febbraio del 1978 a un seminario tenutosi al National Institutes of Health di Bethesda. Gli scienziati conclusero che la longevità individuale fra i vilcabamba è di poco, se non uguale, a quella che vi è nel resto del mondo. Gettando ulteriore acqua fredda sul fuoco in merito alla reputazione dei vilcabamba, si arrivò ad asserire che l'aspettativa di vita a vilcabamba e nel resto della Loja è addirittura inferiore a quella degli USA.

Come avevano potuto i primi ricercatori prendere un abbaglio così macroscopico?... Mazess e Forman identificarono due fonti di errori:
  1. Primo, gli abitanti sistematicamente esageravano la loro età, e man mano che crescevano, l'esagerazione diventava sempre più evidente. Mazess e Forman fornirono come esempio la "falsa testimonianza" di Miguel Carpio Mendieta: allorché aveva 61 anni nel 1944 egli asseriva di averne "70", e cinque anni dopo, ne dichiarava "80". Nel 1970, all'età di 87anni, veniva a reputarsi un uomo di "121" anni, e nel 1974, a 91 anni, egli ne aveva "127". I ricercatori ipotizzarono che gli abitanti esagerassero la loro età onde poter acquisire prestigio all'interno della comunità. Questo uso era in pratica una tradizione da generazioni e generazioni, ancor prima che i ricercatori arrivassero nel villaggio. Leaf inoltre si persuase che la pubblicità internazionale con il conseguente arrivo del turismo, possa avere incoraggiato gli abitanti a rendere l'esagerazione molto più prolifica. 
  2. La seconda fonte d'errore era l'innato uso esteso di nomi identici nella piccola comunità. Questo avrebbe inizialmente portato un po' fuori strada i ricercatori i quali avevano vagliato i documenti riguardanti la data di nascita e quelli del giorno del battesimo. La data di nascita di uno zio dal nome identico, o di un padre, darebbero conferma alla estrema longevità di uno dei suoi abitanti. Chiedendo ai vilcabamba i nomi dei loro padrini, i ricercatori furono capaci di identificare le corrette date di nascita di ciascun residente.

Risulta tra l'altro che tra i vilcabamba in effetti vi sia una percentuale di persone più anziana, a causa  dell'emigrazione di giovani.

Anche ammettendo che i vilcabamba non godano di una longevità superiore a quella che vi è nel resto del mondo, resta loro comunque una consolazione non di poco conto. Lo stile di vita dei vilcabamba, compreso il duro lavoro ad altitudine elevata combinato a un basso consumo di calorie e scarso consumo di grasso animale dona agli abitanti del villaggio una salute vigorosa fino a tarda età. [E questo sembrerebbe contraddire il fatto che abbiano una longevità pari a quella che si riscontra nel resto del mondo]

  Sul sito Vilcabamba.org, in lingua inglese, progettato per favorire il turismo a Vilcabamba si  continua (dal 2008) a dichiarare che gli abitanti della regione godono di un insolita longevità, descrivendo Vilcabamba come la "Valle della Longevità". Questo sito inoltre fornisce un certo numero di teorie per spiegare la supposta longevità dei vilcabamba. Per esempio, dicendo che ricercatori giapponesi trovarono che l'aria nella regione era carica di ionizzazione negativa: "gli uomini anziani" vivono molti anni a Vilcabamba perché respirano questa aria pura che produce un effetto 'chelato' ai loro corpi." Il sito fà inoltre  riferimento al gerontologo Morton Walker, il quale, durante una ricerca condotta nel 1982, scopri gli stessi effetti nel "perfetto equilibrio minerale riscontrabile nell'acqua potabile del luogo. Anche ricercatori francesi associano questo tipi di effetti al clima ideale che si trova nella valle.

Articolo liberamente tradotto dalla pagina web  Vilcabamba: the town of very old people


Leggi anche l'articolo di Angelo Mo apparso 28 novembre 2010 su Corriere.it
Il segreto della longevità tra i monti di Vilcabamba dove la vecchiaia è d'oro

P.S. - L'idea che mi sono fatto traducendo questo articolo, intellettualmente onesto e non di certo partigiano, è che la questione dell'esagerazione dell'età, certamente presente, non smentisca di fatto la longevità straordinaria dei vilcabamba. Si è tentato di toccare i due poli opposti facendo il raffronto tra le prime ricerche e quelle succesive. La verità, come suol dirsi può trovarsi benissimo nel mezzo. Un certo buon senso fa capire che la salute di ferro fino a tarda età comunque riscontrata e la smentita succesiva della longevità non vanno tanto d'accordo. Concludendo, direi che l'insolità longevità e la salute eccezionale vi siano ancora tutt'oggi, un po' affievolite, ma ancor più vi erano in passato, prima dell'avvento del turismo nella Loja. Da questo punto di vista si potrebbe spiegare, se non del tutto, almeno in parte il gap in cui si sono trovati coinvolti i ricercatori. Con l'avvento del cosiddetto sviluppo a Vilcabamba, favorito dal governo ecuadoregno e dal conseguente turismo, la salute e la longevità avrebbero avuto un crollo inevitabile, come è successo anche per gli Hunza.

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