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domenica 3 febbraio 2013

Vegetariano o carnivoro: questo è il problema

Se la specie umana fosse carnivora od onnivora, perché dunque le persone hanno questa reazione di repulsione, a volte incontrollata, allorché gli si presenta sotto i loro occhi la fonte originaria del cibo che hanno appena mangiato?... Non sono d'accordo con quanto scrive Reschia su La Stampa dicendo:
Non sono vegetariana. E talvolta trovo fastidioso e snob chi chiede con aria schifata piatti senza carne, e rumina insalata mentre gli addentano braciole. Però, so che se dovessi occuparmi io della faccenda preferirei evitare. E so come si chiama questo: è ipocrisia.[1]
  Troppo sbrigativo chiudere la faccenda risolvendo il problema con la parola: "ipocrisia". A meno che non la si spieghi diversamente. Le reazioni umane sono genuine, lo schifo che provano queste persone è reale. Non vi è nulla che lascia supporre una qualche falsità a livello emozionale. Ecco che viene giù la maschera!... gli attori hanno smesso di recitare. Semmai la loro è la fine di una sonnecchiante ipocrisia, allorchè si ritrovano a tu per tu con la squallida realtà, rifiutando in modo ostile la giustapposizione dei due "piaceri", stridenti fra loro (per l'ambivalenza dei sentimenti e lo sconvolgimento dell'etica comunitaria): il maialino che incute tenerezza e la visione improvvisa della fonte del piacere (?) provato dalla carne appena ingurgitata. Tutti si ritengono buoni, anche il maialino è ritenuto buono a vedersi... ma a gustarsi!... Questo double bind improvvisamente rivelato pone alla ribalta un senso di colpa, un peccato originale (a livello inconscio, o quasi), quello di aver colto dall'albero il frutto proibito.
  Andando più sul pratico, questo divertente (mica tanto) e istruttivo filmato, fà intuire che c'è stato (chissà quando e come) un tralignamento dalla propria vera natura vegetariana-fruttariana. Qui vediamo proprio il contrasto evidente e apparentemente insolvibile fra cultura e natura.
  Non dimentichiamo che la carne cruda e/o scondita non è affatto appetibile; per renderla tale necessita di essere cotta e condita o trattata con spezie e aromi vari (come succede per i salumi).


  Si potrebbe obiettare che in condizioni di necessità e penuria di cibo, la predisposizione naturale va a farsi friggere (vedi eschimesi per es.). Appunto... in condizioni però particolari, direi estreme. Queste condizioni estreme si sono verificate con le glaciazioni. Da qui è derivata probabilmente la tendenza culturale e/o la necessita inderogabile di cibarsi a volte quasi esclusivamente di carne. Allorché il clima divenne più mite, questa tendenza acquisita, fortemente impressa dall'uso reiterato dall'atavica consuetudine, durante il tempo (non certo breve) dei periodi glaciali, rimase immutata, quasi fosse genuinamente innata nell'Uomo.

[1] "La coerenza di chi mangia carne" una riflessione, articolo di Carla Reschia, pubblicato su "La Stampa".

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